I cambiamenti climatici stanno ormai influenzando tutte le sfere della società, tra cui ovviamente non manca l’economia. Proprio per questo motivo negli ultimi anni è sempre più diffuso il dibattito sull’economia circolare, ma cosa s’intende esattamente con questo termine?
L’economia circolare è un sistema economico che si basa sul riciclo e riutilizzo dei beni consumati per la produzione di nuovi prodotti, così da ridurre al minimo lo spreco di rifiuti. Fin dall’antichità esistono testimonianze che dimostrano l’attenzione dell’uomo a massimizzare le risorse ma è solo dagli anni ’70 in poi che ci sono state proposte di applicazione concreta di questa teoria.
Le basi dell’economia circolare
L’economia circolare si basa su una serie di principi ed è fondamentale per la realizzazione di uno sviluppo economico in grado di rispettare l’ambiente.
Il primo principio è quello dell’utilizzo di risorse sostenibili e prevede l’impiego di fonti di energia rinnovabili e materiali biodegradabili. In un sistema di economia circolare è quindi vitale l’uso di energia solare, idroelettrica, eolica e geotermica così da poter ridurre al minimo l’emissione di C02 e quindi l’impatto ambientale della produzione.
Secondariamente, il prodotto deve essere studiato e progettato in modo tale che sia facilmente modulabile così da poter offrire ai consumatori un prodotto singolo utilizzabile da molti rispetto al moltiplicare lo stesso prodotto per ogni singolo individuo.
Il terzo principio prevede l’implementazione di piattaforme di condivisione tra produttori e consumatori per ottimizzare le risorse nella produzione di beni e servizi. Un altro aspetto fondamentale, che costituisce uno dei fondamenti dell’economia circolare, riguarda la durabilità dei prodotti: un ciclo di vita più lungo significa un minor bisogno di materiali. Inoltre i beni devono essere pensati per essere aggiornati e riparati, oltre che rigenerati.
Infine, l’ultimo principio rappresenta quello più importante: la possibilità di offrire nuovi cicli di vita ai prodotti. Il problema della quantità di rifiuti sul nostro pianeta è determinato proprio dal fatto che non si sa che cosa farne una volta che non si possono più utilizzare. Il riutilizzo dei rifiuti per la produzione di nuovi beni e servizi costituisce appunto il pilastro fondamentale su cui si regge la teoria dell’economica circolare.
Vantaggi e svantaggi dell’economia circolare
L’economia circolare presenta quindi diversi vantaggi rispetto al classico sistema di economia lineare. Innanzitutto prevede una grande riduzione della produzione di rifiuti grazie al loro riutilizzo e riciclo e grazie alla maggiore durabilità dei beni prodotti. Secondariamente contribuisce in misura molto inferiore al riscaldamento globale poiché non utilizza energia prodotta da combustibili fossili. Oltre ai vantaggi dal punto di vista ambientale, è necessario considerare anche quelli dal punto di vista economico: il prezzo d’acquisto di materie seconde, quindi derivanti da prodotti riutilizzati, è sicuramente inferiore rispetto alle materie prime. Inoltre i beni studiati per avere dei cicli di vita più lunghi sono pensati per essere aggiornabili, riparabili, riassemblabili e infine riutilizzabili, garantendo quindi un risparmio in termini di acquisti. Ciò garantirebbe anche una grande riduzione dei costi di smaltimento dei rifiuti, che andrebbero a zero in caso di una produzione 100% waste free.
Nonostante idealmente l’economia circolare rappresenti un’ottima soluzione dal punto di vista ambientale ed economico, presenta però anche dei limiti che devono essere considerati.
L’ostacolo più grande dell’economia circolare è rappresentato dal fatto che manchi la consapevolezza dei benefici che porta rispetto all’economia lineare, sistema a cui attualmente sono ancorati ancora la maggior parte degli imprenditori. La transizione da un’economia all’altra è possibile solo tramite la mobilitazione di un grande numero d’aziende, non basta l’azione di pochi. Un altro svantaggio è determinato dal costo: se da un lato i materiali di seconda mano riutilizzati costano meno, servono investimenti importanti per garantire la sostenibilità dei processi produttivi. Le leggi ed i regolamenti attualmente in vigore sono studiati per un modello di economia lineare, di conseguenza è difficile orientarsi e sviluppare un progetto che invece si basi sull’economia circolare. Inoltre, essendo un tipo di economia più complesso di quello lineare la sua attuazione dipende da molti fattori, come la disponibilità di materiali e di energia, e quindi necessita di approcci specifici che variano da azienda ad azienda e da settore a settore. Ciò spiega perché mancano le guide generali necessarie per orientare gli imprenditori e per convincerli ad adottare questo tipo di economia. L’ultimo svantaggio, infine, è determinato dal fatto che gli imprenditori solitamente vogliono vedere risultati concreti: infatti preferiscono investire su progetti che abbiano dei riscontri immediati rispetto che a lungo termine, come nel caso dell’economia circolare.
L’economia circolare, quindi, rappresenta una delle migliori soluzioni per adattare il nostro modello economico al cambiamento climatico di oggi. Il riutilizzo dei materiali, una produzione zero waste e l’utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia sono degli step fondamentali per la transizione ecologica dell’economia, ma finché non crescono la consapevolezza dei suoi benefici, gli investimenti da parte delle istituzioni e la chiarezza su come adottarla sarà difficile che l’economia circolare sostituisca quella lineare, almeno nel breve termine.